Dietro la maschera di Carnevale: storie di tradizione

carnevale

 

Cosa si cela dietro la maschera di carnevale? Una storia naturalmente Made in Italy!

Per creare il mood giusto, si consiglia di accompagnare la lettura con dolci di carnevale colorati da allegre Codette.

 

Ed ora, buona lettura!

Molte maschere di Carnevale nacquero con la Commedia dell’Arte, un teatro d’improvvisazione che si impose nel XVI sec e che, in alcuni casi, riprendeva stereotipi già noti in antichità.
Gli attori avevano l’abitudine di inventarsi un personaggio che perfezionavano nel tempo: abiti, gestualità, particolarità fisiche e temperamento erano studiati per caratterizzare la maschera e renderla subito riconoscibile, commedia dopo commedia.

È il caso del napoletano Pulcinella, dal vestito bianco e la mascherina nera, abile nel “cavarsi dai pasticci”, generoso e spontaneo, incapace di tenere i segreti – da qui il modo di dire “segreto di Pulcinella” – interprete di mestieri diversi e sempre affamato di buon cibo.

A Roma, si impone Rugantino che deve il nome al termine romanesco “ruganza”, ossia arroganza. Rugantino è infatti spavaldo e provocatore, ma meno coraggioso nei fatti. Nel tempo, il suo carattere è cambiato per rappresentare la gente di Roma, e non più solo i bulli di quartiere.

A volte le maschere nascono dalla fantasia dei burattinai come il piemontese Gianduja. In origine, il personaggio creò non pochi problemi ai suoi “padri artistici” perché protagonista di scenette che mettevano alla berlina il malcostume dell’epoca. Nel tempo Gianduja divenne una maschera buona, giudiziosa, amante dei piaceri della tavola, fedele alla compagna di una vita, Giacometta, e alla parola data.

A Bergamo si contrappongono Brighella e Arlecchino. Brighella veste i panni di capo dei servitori, cuoco, cameriere mentre Arlecchino è un semplice servo. Inizialmente amanti di imbrogli e raggiri, si distinguono poi per fedeltà, il primo, e simpatia scanzonata, il secondo.

Breve nota sugli abiti: Brighella indossa la livrea mentre Arlecchino un vestito ricavato cucendo insieme pezze di stoffa colorata, forse appartenenti al suo “padrone”.

Queste sono solo alcune delle maschere che rallegrano il Carnevale italiano. Fondamentali per identificarli, oltre alla personalità spiccata, è la foggia di giacche, pantaloni e cappelli. Il Carnevale è infatti il trionfo dei colori! 

Per portare in modo diverso la fantasia della festa nei vostri dolci, potete scegliere di aggiungere il colore naturale agli impasti, magari in polvere, facile da dosare e ideale per ottenere le sfumature desiderate. Scegliete gialloverderosso o i più originali azzurro viola… basta poco e la creatività è subito servita nel dolce!

 

Indietro